giovedì 30 novembre 2017

W - Le storie e i protagonisti della cosa artificiale


Nelle costruzioni navali e nelle opere marittime ad esse collegate, cioè porti, moli, magazzini ecc. i Romani svilupparono una branca importante della loro maestria di architetti ed edificatori, con tecniche sofisticate ed innovative, sia nell'ingegneria navale, che nell'ingegneria marittima e costiera.

In tutte le coste del Mediterraneo e dell’Oceano costruirono nuovi porti marittimi e fluviali, ristrutturando e ampliando i vecchi con la costruzione di moli, dighe e scali, non solo seguendo i canoni descritti da Vitruvio nel suo trattato sull’architettura, ma creandone di nuovi.

I Romani naturalmente dedicarono grandi risorse alla realizzazione di un porto degno della Città eterna, affiancando al precedente porto di Ostia, ormai insufficiente ai bisogni dell'Urbe. Il grande porto imperiale  venne denominato “Porto”, o  “Porto Augusto”, un porto che tutto il mondo avrebbe voluto vedere, peccato che i suoi notevoli resti, visibili nei pressi dell’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma-Fiumicino, siano stati in gran parte compromessi dalla costruzione dello stesso aeroporto.

Iniziato da Claudio, con un primo bacino artificiale, e completato da Traiano, con un secondo bacino artificiale (100-112), per ovviare all'insabbiamento del porto. Fu il più ampio e razionale porto marittimo artificiale del mondo antico, con capacità, possibilità ed eclettismi tali da imporsi come centro di snodo commerciale marittimo di tutto l'impero. 

Era costituito da un grande bacino esterno e da uno interno esagonale interno più riparato, entrambi scavati artificialmente e collegati fra di loro e con il Tevere da un sistema di canali e darsene. La doppia protezione era garanzia doppia alle intemperanze del mare o a eventuali attacchi nemici. Intorno a queste strutture portuali si sviluppò un complesso di portici e grandi magazzini per le merci, oltre agli ausili per la piccola navigazione interna ed all’ormeggio. Fra le estremità delle due dighe foranee, vi era una statua colossale di Nettuno e l’isola artificiale con il grande faro, che indicava ai naviganti l’accesso dal mare alla capitale dell'Impero.

[Fonte: Romanoimpero]

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